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PALESTINA: MODALITA' DI ABUSO

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Foto da performance PALESTINA: MODALITA' DI ABUSO (Lecce, palazzo Turrisi - ph Claudio Longo) CONCEPT Ovvero: il sopruso più nascosto della storia. Non credo esis tano altri termini per spiegare la soppressione graduale dello stato palestinese, avvenuta per mano israeliana. Invasione autorizzata certamente da altri stati complici di questa prepotenza vidimata dai potenti di t urno. Compiuta senza pietà alcuna per le popolazioni lì residenti da secoli, radendo al suolo la civiltà, cancellandone la cultura, annullando la legittimità della sua esistenza. Foto da performance PALESTINA: MODALITA' DI ABUSO (Lecce, palazzo Turrisi - ph Simona Schirinzi) Questo scempio, apparentemente iniziato dopo la seconda guerra mondiale, trova in realtà la sua genesi nell'anno 1922, quando quel territorio passa sotto mandato britannico, e gli inglesi attuano una graduale politica razzista nei confronti delle popolazioni locali, opprimendole chirurgicamente in più modi, più o meno crudeli, pi

PERCEPTUAL BORDER

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  Foto da performance PERCEPTUAL BORDER (Lecce, chiesa sconsacrata di Sant'Anna - ph Claudio Longo) CONCEPT In un mondo dove l’unica parola d’ordine sembrerebbe: ACCELERA, cosa sta realmente progredendo, oppure sta atrofizzandosi in noi? Quali sono le soglie sensibili sollecitate in questo iniquo mutare? Foto da performance PERCEPTUAL BORDER (Lecce, chiesa sconsacrata di Sant'Anna - ph Claudio Longo) Il compito del performer non dovrebbe limitarsi a sorprendere lo spettatore, passivo o attivo che costui sia, ma a fargli comprendere, che nell’entrare lui, in quel gesto performativo, già per le domande che gli sorgono spontanee, va a generarsi il braciere primigenio cui l’attore mira, in quello che sarà il segno indimenticabile da lui rilasciato. Ciò che questo atto indaga, nel farsi spazio in un approccio ahimè sempre più tecnologico a tutto, che sta forgiando più frantumazione che partecipazione, più alienazione che indulgenza verso il prossimo, è la possibilità del ritorno a p

WAP II (The Breath Of A Free Man)

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Foto da performance WAP II (Lecce, Fondazione Palmieri - ph Dario Manco)   [part.II: The Breath Of A Free Man] CONCEPT Foto da performance WAP II (Lecce, Fondazione Palmieri - ph Markus De Lorenzis) Secondo il detto del filosofo greco Eraclito “Ethos Antropoi Daimon”, il carattere o l'indole determinano il destino dell'uomo. Solo in questo modo, dedicandosi veramente a ciò che si ama, si fa un passo verso il cammino del proprio destino più autentico. Il punto focale, oggi, sarebbe forse chiederci profondamente quanto noi ci amiamo; o quanto in una sorta di misantropia genetica, che pesca dai nostri approcci parassitari allo stesso luogo che viviamo, noi ci si stia spingendo (in)volontariamente verso il baratro. Lo stato di coscienza in questo, potrebbe tenerci vigili, oppure, all’opposto, addormentati. Foto da performance WAP II (Lecce, Fondazione Palmieri - ph Dario Manco) In un quieto assopimento, mentre tutto intorno crescono gli allarmi, evolvono solo e soltanto le paure, i

WAP (World After Plastics)

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Foto da performance WAP (Napoli, Castel Dell'Ovo - ph G. Tregua)   [part.I: The Pandemic Vision] CONCEPT Cosa sta per ucciderci, quale guerra può sotterrarci, quale pandemia annientarci? Un lockdown può essere un momento di rallentamento e sgonfiamento psichico senza precedenti, questo è certo. E quello che abbiamo vissuto in questi mesi è stato un collasso biologico, politico, economico e psichico che ha ravvivato il dibattito attorno agli scenari più apocalittici per l’umanità e ricordato come l’estinzione sia uno scenario attinente alla sfera del possibile e non più della fantascienza. Questa catastrofe, però, rappresenta anche una soglia da cui immaginare futuri diversi da costruire a partire dalla ricostruzione di un tessuto sociale e di corpi che il distanziamento ha inevitabilmente spezzato. Foto da performance WAP (Napoli, Castel Dell'Ovo - ph G. Tregua)   Il pianeta è in fiamme anche sotto il profilo politico, e prossimo al collasso ecologico e ambientale. Possiamo noi

UNA ROMANTICA BESTIALITÀ

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Foto da performance UNA ROMANTICA BESTIALITÀ (Lecce, Ex Conservatorio Sant'Anna - ph A. Leo) “La domanda, che sembra così difficile, se non sia sbagliato, fra tanti viventi che praticano la violenza, essere l'unico o uno dei pochi non violenti, non è diversa dalla domanda se sia possibile essere sobri fra tanti ubriachi, se non sia meglio darsi tutti quanti al bere.” (L.Tolstoj) CONCEPT Quel che resta di un corpo racconta solo il corpo? Racconta le sue gesta? Oppure le sospende? Una lama di coltello trapassa, un colpo d’arma lede la carne, oggetti che chiudono una vita senza spesso chiedersi il carico di un atto, mossi da mani animate da un sentire incattivito. Carnefice e vittima si incontrano, coincidono in quel contatto affidato a destini che biforcano esistenze. La dimensione effimera rappresentata dall’opera, cede il passo alle membra abbandonate. Nessuna speranza di vita resta, il simulacro diviene testimonianza d’una resa, nella impossibilità del mutare il corso di un ev

ANATOMIA DI UN CALLIGRAFO

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Foto performance ANATOMIA DI UN CALLIGRAFO atto III (Borgagne, Palazzo Sciurti - Ph A. Leo) ATTO I - II - III [THE PILLOW BOOK Dream] Siamo intorno l’anno 1000 D.C. quando la poetessa Sei Shonagon scrive i versi del “Le Note Del Guanciale”, in un’era (pieno periodo Heian) e in uno stato (il Giappone) in cui le donne erano figure assolutamente in subordine, rispettate, ma relegate ad oggetti di puro ornamento, in questo contesto assolutamente impari nacque la corrente poetica del Zuihitsu (随筆), per molti versi fu portata in auge da scrittori uomini, ma che aprì il solco miracolosamente ad alcune meravigliose scrittici dell’altro sesso, cosa impensabile fino a quel momento e di cui Le Note Del Guanciale divenne una delle massime espressioni. Questo testo ha nel tempo ispirato moltissimi racconti, ma colui che forse meglio ne ha estratto un succo tanto fertile, quanto originale, fu la mente di Peter Greenaway, che ne diede una magnifica trasposizione filmica nella pellicola The Pillow Boo

KONTROLLE MACHT FREI

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  Foto performance KONTROLLE MACHT FREI (Matino, Museo MACMa, - ph F.G. Livera) “Le masse non si ribellano mai in maniera spontanea e non si ribellano perché sono oppresse. In realtà, fino a quando non si consente loro di poter fare confronti, non acquisiscono neanche coscienza di essere oppresse.” (G. Orwell) CONCEPT Eric Arthur Blair, alias George Orwell, oggi. Quasi tutti gli inquietanti squarci premonitori della sua spietata riflessione sul potere hanno preso forma. Se non in modo coercitivo, perlomeno in una sacca placentare morbida che comunque ci incanala verso il comune risultato finale: IL CONTROLLO DELLE MASSE. Un regime totalitario globale che avrebbe dismesso l’utilizzo dei conflitti come arma di aggregazione forzata, sostituendoli con una forma di capitalismo che avrebbe comunque decapitato alla fonte l’intierezza dell’individuo. Foto performance KONTROLLE MACHT FREI (Napoli,  m useo PAN - Ph M.  Caccavale) In una capillarità di intervento di cui solo Orwell avrebbe previs