AL SOLE D'AUTUNNO

 

(Ph: fonte internet)

AL SOLE D’AUTUNNO


Lama di ciniglia

Lama di mollica

Tagliami di netto

Tagliane un pezzetto


Un dollaro a chi vince

Un dollaro a chi perde

Ascia o coltello…

Se ti prendo t’affetto

Se ti trovo …un morsetto


Correva la creatura di petali 

Correva e le vedevo le spalle

Fino alle pianure della luna…

E tutti i luoghi attraversati riempivano gli zaini


Le dita moncate dagli uomini distratti

Sarebbero cresciute stavolta sul mio volto

Fino al giorno che non fossero cadute per me…

col mio gioco abbandonato all’angolo


ascia o coltello …amore lindo, amore unto

pistola al fianco scodellando

puntami le tempie disilluse

puntami la lingua secca in bocca


ti porto al fiume e t’uccido di morsi

recido i tuoi lembi tardivi all’ingoio

e ti lascio galleggiare lenta fino a riva

e ti faccio sposa di detriti e salnitro


vengo domani e ti raccolgo

fanciullo e boia nelle mani e nel vento

patibolo sfiorato in cento albe

sangue raccolto in cesti e cento piume


montata e smontata pari uguale

ti spezzo e ricresci

ti poto il fusto, poi il gambo…

le foglie tornano verdi, giocose …tue più di sempre


giardiniere di un orto visitato che ero ricco

mentre ne esco impoverito ed ingrigito

con cesti pieni degli autunni che attraversi

ed il ghigno recinta l’amore che provo


che fai sotto le stelle, chi vuoi dimenticare…

cola dalle mani l’asfalto delle strade che scegli

ho il rimedio e la condanna insieme

mentre tu stai …ed il coltello ti trapassa a scatti


fatti vicina mentre premo

fatti vicina mentre infilo

fammi vedere i denti mentre taglio e coli

e tienimi i fianchi mentre strappo


prometto di cucire svelto

prometto i tasselli nei posti

hai lama dentro te al completo

che ancora ridi e soffi sul petto


ti trascino al patibolo di cioccolata

ti poso leggera la testa di fragola

ti sciolgo per l’ultima volta i capelli

e carezzo il calore che conosco da sempre


mentre il boia mi ritorna nelle labbra

In una gabbia di ferro posa il tuo cranio

imbiancato dal sole e dalle pioggie

come ai malandrini era usanza mostrare


e portare il miglio nelle dita al passaggio

così che i passeri vengano a trovarti

e mangino nell’alba dalle cave dei tuoi occhi

beccando in festa dalla carne morta


mentre si sollevano e cinguettano seminandoti nell’aria

il mio cavallo ha un moto di sberleffo

nitrendo all’aria batte zoccolo infangando

infila tutte le possibili pozzanghere


e disarciona complice maligno

cado al suolo maciullando il mento

mentre i passeri passano sul capo

lasciando cadere pezzetti di te


finalmente libera… 

al sole… d’autunno


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