TERRINA CAPOVOLTA

(Ph: fonte internet)

 

TERRINA CAPOVOLTA

e fu in agosto che il cielo incontrò la carta

E sempre in agosto che il cielo la ripudiò

Gli ospiti previsti sedettero senza accenno di parola

Nei volti l’espressione di un invito giunto tardi

Sedettero i rumorini di velluti agghindati e decolté

Insieme all’odore del mio nuovo amante

l’odore del cielo tornò a trovarmi

attraverso il giardino fradicio d’acqua

dove mischiai un dolore dolce al mio muschio

così che intanto un piacere amarissimo emerse.

E soltanto al cielo io lasciai le chiavi

E soltanto il cielo seppe

E soltanto il cielo rifiutò punirmi

ed io bevvi dai capezzoli imbruniti del cielo

e nella terrina capovolta del mio ventre pallido

vi posai un nuovo cielo colmo di fertili nubi

io ed il cielo non avremmo a lungo parlato

ma le domande che avevo in serbo per lui crebbero

mentre una giovinezza incurata mi tese il collo

premevo sul cielo le dita rimaste scoperte

e le volte che credevo di non valere un tuo gesto

sotto un misero splendido cielo mi parvero degne di noi

e preferì tornare ai miei pigri pomeriggi di meraviglia

e tornai a cantare piuttosto che piangere sotto quel blu

e quante volte delusa da inutili gare ad ostacoli di vita

ripresi lettere d’amore scritte e abbandonate alla tua pioggia

e capì che potevo smettere di chiedermi chi fossi stata e con chi

ed ora non ho più fretta di riverniciare i miei gesti onesti

e fu così che, come in un piccolo, inspiegabile incastro

sotto quel cielo, tutto stavolta, parve bastarmi

e forse la cosa peggiore che poteva accadermi

era proprio quella di smettere anche di immaginarlo, per me…

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